martedì 28 maggio 2013

C.S.I. a 5 stelle: Finale di Stagione



Il giorno dopo i risultati delle elezioni amministrative, quello che emerge come dato dirompente è il crollo del movimento 5 stelle su tutto il territorio nazionale. Grillo tuona contro gli elettori, collusi a suo dire con il sistema dei partiti che sta mandando a picco l’Italia. Come al solito si manca totalmente di ogni e qualsivoglia capacità d’analisi, Grillo si considera alfiere unico della verità assoluta e scomunica le orde dei non credenti. Si sarebbe potuto sperare in un risultato diverso solo nel caso in cui le legittime aspettative degli elettori che a febbraio votarono M5S non fossero state così nettamente tradite. Quando dopo le elezioni si profilò l’ipotesi di un’alleanza con il Partito Democratico si disse e si fece di tutto per evitare anche solo che si aprisse un dialogo tra l’M5S ed il PD. A dire di no e ad insultare Bersani per oltre 40 giorni fu proprio lui: Beppe Grillo. Gli elettori che, come il sottoscritto, avevano votato per un cambiamento nella politica si sono trovati ad essere cornuti e mazziati senza alcuno scampo. Sull’onda dei no ci siamo ritrovati con un bel governo PD-PDL, ovvero con Berlusconi di nuovo in sella e al Governo. Ed era veramente la peggiore delle ipotesi di governo, quella che, personalmente, ritengo insopportabile e indegna dell’Italia. Ma a quanto pare non sono il solo a pensarla così. Qualche milione di italiani ha cambiato idea e ha deciso (alla velocità di Internet) che l’M5S non merita di essere rivotato e ha preferito astenersi. Diciamo che, per questa volta, ha perso pure poco. Al prossimo giro quando sarà ridotto all’osso forse a qualcuno sorgerà qualche dubbio. Per ora niente, solo inossidabili certezze. Sicuramente un grosso aiuto al declino a  5 stelle è arrivato dai “portavoce” Crimi e Lombardi. Il primo si è distinto essenzialmente per le sue sonore dormite durante le sedute del Senato, per la sua totale impreparazione, e per non essere stato in grado di esprimere un concetto o una frase di senso compiuto dal momento dell’elezione ad oggi. La Lombardi, al cui confronto persino l’universalmente detestata Margaret Thatcher appare simpatica, si è distinta in maleducazione, supponenza, arroganza e ignoranza, e si è dimostrata solo capace di prevaricare. Questo è stato il meglio espresso dai 5 stelle da febbraio ad oggi. Tutti gli altri eletti, condannati all’anonimato dai diktat del loro capo supremo, brillano per i loro curriculum, privi di ogni e qualsivoglia competenza utile al paese nell’ora del disastro istituzionale che viviamo quotidianamente. E forse è veramente meglio che non parlino vista la scarsa padronanza dimostrata nel padroneggiare la lingua di Dante. Da febbraio ad oggi è stato un continuo discutere di diarie e di scontrini fiscali. Si è dato un gran risalto al rifiuto del finanziamento pubblico al M5S, come se questo fosse sufficiente a risolvere i problemi del paese reale. A fronte di 800 miliardi all’anno di spesa pubblica né i 45 milioni restituiti, né la riduzione degli stipendi dei parlamentari possono avere un impatto sui conti pubblici, e quindi sulla vita dei cittadini del paese reale. I 5 stelle, imperterriti nella loro stolida ignoranza, ritengono che basti ridurre gli stipendi dei parlamentari e azzerare i finanziamenti pubblici ai partiti per risolvere i problemi economici del paese. A fronte di un debito pubblico che ormai galoppa verso i 2100 miliardi di euro, era forse lecito aspettarsi qualcosa di più incisivo da chi proclama ai quattro venti di voler risolvere i problemi dell’Italia. Soprattutto bisognerebbe capire che anche azzerando i compensi dei parlamentari non si risolve niente, anzi! Già adesso abbiamo una lunga fila di aziende multinazionali pronte a rimpinguare le casse dei partiti e le tasche degli onorevoli. State ben certi che se un parlamentare attualmente può arrivare a guadagnare 20 mila euro al mese, azzerandogli lo stipendio arriverà a intascare almeno tre volte tanto. In cambio voterà tutte quelle leggi utili a questa o a quell’azienda, e per i cittadini di questo sciagurato paese andrà anche peggio di oggi. In molti hanno capito che lo stipendio dei parlamentari è una sorta di presidio per preservare gli ultimi scampoli d’indipendenza delle due camere. Ma non i 5 stelle, tra le cui caratteristiche vi è quella  di non essere in grado di cambiare idea nemmeno di fronte all’evidenza dei fatti e dei numeri. Un ulteriore aiuto alla sconfitta è arrivato dalla rielezione del Presidente Napolitano. Se non si fosse detto sempre e solo no ad ogni ipotesi di dialogo con il PD, e non si fosse insistito tanto con la candidatura di Rodotà, forse oggi ci ritroveremmo con un Presidente diverso, e voglio pensare,migliore dell’attuale. Rodotà era francamente invotabile e indigesto per la stragrande maggioranza degli italiani sia per il suo passato nel P.C.I.,  sia per essere sempre e comunque uomo dell’Apparato e della Nomenklatura. Ma i 5 stelle hanno nel DNA l’arroganza degli ignoranti e non essendo avvezzi al dialogo non sono stati in grado di gestire una soluzione di compromesso che portasse al Quirinale una figura condivisa con il PD ma lontana dal PDL. La rielezione del Presidente Napolitano è stata vista da me e da molti altri come l’ultima di un’infinita serie di occasioni mancate per dare un vero segnale di cambiamento al paese. Davvero non si poteva trovare un cinquantenne preparato e dinamico, con famiglia e bambini, da mandare al Quirinale per gestire con onestà e competenza questo delicato ruolo istituzionale? Non mi pare plausibile che gli unici candidabili siano personaggi che hanno passato da lungo tempo le soglie dell’età pensionabile, uomini del secolo scorso ormai assolutamente lontani dalla complessità del mondo del ventunesimo secolo. Giustamente gli elettori del M5S hanno preferito non rivotare chi li ha così profondamente delusi. Grillo ora lancia strali dal suo blog, e nuovamente pare ergersi a tribuno della plebe. Anche prima che la Gabanelli ne parlasse a “Report” era evidente, a me e a molti altri, come il fine ultimo di tutte le sue attività non fosse altro che il profitto derivante dal blog. Da buon genovese residente in Canton Ticino gode delle stesse agevolazioni fiscali di cui gode Marchionne. I profitti del blog sono schizzati alle stelle e sono stimati per il 2013 in una cifra variabile tra i 10 e i 15 milioni di euro. A Grillo non importa nulla di niente e di nessuno, egli non è altro che un cinico disfattista bene attento a riempire sempre e solo il proprio portafoglio. Con quale credibilità blatera di stipendi dei parlamentari? Lui, milionario grazie all’M5S, ritiene che gli altri debbano autoridursi lo stipendio secondo le sue precise disposizioni. Ma non pare che ne lui ne la sua famiglia siano disposti a rinunciare ai lauti introiti del blog. Ormai le sue uscite hanno il sapore sapido di trovate propagandistiche atte solo ad aumentare i contatti sul suo blog e, di conseguenza, i profitti della premiata ditta Grillo & Casaleggio. Alla luce di tutto ciò il risultato del movimento 5 stelle appare addirittura esagerato se confrontato con le legittime aspettative tradite. Ma tutto questo non sarebbe stato comunque possibile se gli eletti a 5 stelle non fossero stati selezionati esclusivamente tra quelli “della prima ora” e del famoso “V day”, insomma tra quelli più intransigenti e meno disposti al dialogo. Costoro, in virtù di queste discutibili caratteristiche hanno, come si suol dire, messo i piedi nel piatto, escludendo di fatto l’ipotesi di altre e ben più qualificate candidature per i seggi della Camera e del Senato. Ma anche a livello locale non mancano episodi di prevaricazione al limite della decenza. In Liguria, ed in particolare nel levante ligure, abbiamo un personaggio che non manca di fondare nuovi meetup in tutti i comuni. Egli è onnipresente sempre e comunque, certo che al momento opportuno potrà contare su di un sufficiente numero di preferenze per potersi candidare in Regione Liguria. Non è andata meglio a Sestri Levante dove il candidato sindaco si è appunto candidato mesi prima dell’inizio della campagna elettorale in modo da evitare ogni e qualsivoglia possibilità di ulteriori fastidiose candidature. Costui si è particolarmente distinto per le sue lunghe trasferte in camper che lo hanno portato in un gran numero di comuni liguri, ma, evidentemente, lontanissimo da Sestri Levante. Oggi dichiara che avrebbe sperato in qualcosa di più, francamente ci pare che quanto conquistato sia già grasso che cola. Continua, come del resto tutti i meetup a 5 stelle della riviera di levante, a parlare di depuratori, rifiuti, eco sostenibilità e banda larga, tutte cose che non hanno nessuna priorità per la gente che vive nel paese reale, senza avere nessuna idea di cosa sia o di come funzioni la macchina comunale e, peggio ancora, senza aver capito le esigenze e le aspettative dei cittadini del suo territorio di competenza. Di fronte ad una crisi e ad una disoccupazione che stanno colpendo in modo terrificante tutto il Tigullio e le sue valli, di fronte a continue chiusure di imprese ed esercizi commerciali, il buon Martino Tassano dichiara che sorveglierà che i vincitori rispettino il programma per il quale sono stati eletti. Meglio sarebbe chiedere scusa all’elettorato per non essere stati in grado di capire il proprio territorio e per aver totalmente sbagliato gli obbiettivi della campagna elettorale. Gli eletti a 5 stelle hanno colto il loro effimero successo nella speranza che portassero il cambiamento e le riforme. Oggi, non sapendo che pesci pigliare, si propongono per impropri ruoli di guardiania istituzionale, ruoli che non gli competono e per i quali non sono minimamente qualificati, ed il buon Martino Tassano ne è l’esempio più lampante. Ma anche in quei comuni del Tigullio ove non si è votato le cose non vanno meglio. I 5 stelle, quando non perseguono tanto ostinatamente quanto inutilmente gli stessi obbiettivi di Tassano, pensano di dialogare con tutti tranne che con i loro elettori. L’elettorato a 5 stelle uscito dalle urne di febbraio era costituito da disoccupati, sotto occupati, precari, ex dipendenti rottamati dalle loro aziende, gente al di sotto della soglia di povertà, derelitti e dimenticati dalle istituzioni. Ma, tra i cinque stelle si crede che, nell’ambito del Tigullio, gli interlocutori siano i Sestieri piuttosto che l’ASCOM o l’associazione degli albergatori. Forse sarebbe stato meglio entrare nell’ottica di parlare con gli ultimi, con chi non arriva a fine mese, con i derelitti. A parlare e a cercare di aiutare i problemi di costoro è rimasta solo la tanto vituperata (dai 5 stelle) Chiesa Cattolica, che almeno cerca di aiutare come può in mezzo ad una crisi ogni giorno più devastante e terribile. Se il fatto di aver rifiutato un’alleanza con il PD ha causato un danno, questo consiste nell’aver aiutato il PDL e Monti a mantenere l’Italia in uno stato di recessione senza speranza e senza fine. Il 50 % e oltre del l’elettorato non ha votato, sta in un angolo, guarda e aspetta. Chi, cosa e quando non ci è dato, per ora di sapere, anche se, ne sono certo, questa maggioranza silenziosa farà sentire quanto prima il suo rabbioso ruggito e sarà un urlo impossibile da ignorare. Per ora, delusa e attonita, assiste impotente al finale di stagione del movimento 5 stelle.