sabato 22 dicembre 2012

Criteri di parametrizzazione della Curva di Laffer in relazione alla crisi economica Italiana

La crisi economica italiana, e più in generale europea, ha riportato l’attenzione di parte degli economisti sulla famosa “Curva di Laffer” ed in particolare sulla sua possibile interpretazione in relazione agli accadimenti che si succedono senza sosta in ambito economico. Più in generale l’attenzione degli economisti si è andata focalizzandosi sulla ricerca di un nuovo sistema di misurazione delle grandezze macro economiche in grado in qualche modo di superare positivamente i concetti di Prodotto Interno Lordo e di Spread, i quali, pur mantenendo una propria importanza, appaiono alquanto non esaustivi in quanto in grado di fotografare solo una minima parte dello scenario economico attuale. E’ noto che attualmente tutti i maggiori indicatori economici di riferimento sono legati a scenari multi level estremamente dinamici e, soprattutto, rappresentativi dell’andamento medio o di una parte particolare dei mercati finanziari. Prescindendo dall’indiscussa importanza di questi indicatori singolarmente o in toto, appare evidente come, attualmente, manchi un indicatore che comprenda sia gli indici di mercato, sia gli indicatori macroeconomici, sia quei dati statistici come disoccupazione, pressione fiscale, debito pubblico, saggio d’interesse sul debito sovrano, ecc. In questo frangente si pone quindi come argomento di cogente urgenza la parametrizzazione della Curva di Laffer in relazione all’andamento economico italiano, e più in generale europeo. L’obiezione che è stata mossa sino ad oggi ai sostenitori della curva è che questa non sarebbe stata matematicamente provata, ovvero si tratterebbe di una teoria senza riscontro pratico all’interno del sistema di misurazione delle grandezze macroeconomiche. Per i non addetti ai lavori riassumiamo di seguito il teorema di Laffer: L’asse delle ascisse (t = x) rappresenta l’aliquota di imposta fiscale applicata, mentre l’asse delle ordinate (T = y) rappresenta la somma delle entrate fiscali. Nella teoria di Laffer esiste un punto massimo di pressione fiscale (Tmax) oltre il quale le entrate fiscali diminuiscono in modo drastico ed esponenziale.


File:Krzywa Laffera.svg

Tradizionalmente la Curva di Laffer è rappresentata con un grafico disegnato come una campana perfetta. Questa rappresentazione è dovuta all’indeterminatezza di calcolo della curva stessa che dipende da molti fattori, primo tra tutti, come dicevamo, il valore di Tmax. I detrattori insistono molto sul fatto che elusione ed evasione fiscale e sottrazione inficerebbero in modo determinante la possibilità di calcolare con esattezza la curva. Si tratta in realtà di un falso problema in quanto non soltanto i valori dell’elusione fiscale e dell’evasione vengono periodicamente calcolati e diffusi, ma perfino la corruzione su base nazionale ha un suo valore economico preciso riportato all’interno delle statistiche di riferimento. Inoltre uno degli assunti fondamentali della curva è che l’elusione e l’evasione fiscale aumenterebbero esponenzialmente una volta superato il valore Tmax. Aggiungerei che anche la corruzione pare essere favorita ed incrementata dal superamento del valore Tmax. Per quanto riguarda la sottrazione al gettito fiscale il valore di riferimento è sicuramente costituito dal numero di aziende che delocalizzano all’estero la propria attività posto in relazione alle nuove aperture e a quelle che scelgono di non delocalizzare, detratte tutte le liquidazioni d’impresa ed i fallimenti che vanno calcolati a parte fornendo un utile indicatore statistico ai fini del calcolo della curva. Abbiamo però dei dubbi sul fatto che la curva possa effettivamente trovare una rappresentazione in un grafico a campana perfetta. Probabilmente sia la curva ascendente che quella discendente non soltanto possono essere dissimili tra loro, ma anche avere degli andamenti che possono essere modificati dall’incidenza degli indici di riferimento prescelti per la valorizzazione della curva medesima. Negli anni ’80, quando fu proposta per la prima volta, l’allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, diminuì la pressione fiscale ottenendo un aumento in termini assoluti del valore del gettito fiscale. Per i puristi keynesiani il debito pubblico è pari alla differenza tra la tassazione (gettito fiscale) e la spesa pubblica. Il gettito fiscale è dato dall’aliquota moltiplicata per il Prodotto Interno Lordo, ed è direttamente collegato alla produzione di ricchezza. Pertanto per i keynesiani il fatto che Reagan abbia aumentato il valore assoluto delle entrate fiscali (gettito fiscale) non costituirebbe una dimostrazione empirica del teorema della Curva di Laffer in quanto il valore stesso delle entrate fiscali era, in quell’occasione, diminuito in confronto al PIL.. Occorre però precisare che, in quell’occasione, gli Stati Uniti si lanciarono in un imponente programma di riarmo, aumentando in modo massiccio sia la spesa pubblica che il debito sovrano. Questi ultimi due fattori sono quelli che, probabilmente, hanno portato alla diminuzione delle entrate fiscali (come valore relativo) in confronto al PIL. Quest’ultimo era stato artificiosamente aumentato, come abbiamo visto, dallo spropositato aumento della spesa pubblica. In questo frangente ci aiuta sicuramente a capire la relazione tra PIL, spesa pubblica e Curva di Laffer un altro teorema noto come Curva di Armey. 






Il fine ultimo del teorema di Armey è quello di trovare un  punto di ottimizzazione della spesa pubblica. Anche la Curva di Armey ha un andamento a campana come la Curva di Laffer, ed è facile intuire come i due teoremi siano legati tra di loro. Armey rappresenta sul piano delle ascisse (x) l’ammontare della spesa pubblica nazionale, e su quello delle ordinate (y) il tasso di crescita della nazione di riferimento. La Curva di Armey è ormai generalmente accettata in quanto i suoi effetti sono stati provati scientificamente da più di un economista (vedi l’interessantissimo studio di Schaltegger and Torgler (2006) in merito alla spesa Federale Svizzera). Armey sostiene che a sinistra della campana, ovvero con bassi livelli di spesa pubblica, lo Stato non sia in grado di garantire l’ordine pubblico, la difesa dei diritti di proprietà, e la difesa del territorio nazionale, viceversa a destra della campana l’eccesso della spesa pubblica porta a fenomeni di corruzione sempre più diffusi, trasferimento di denaro pubblico verso gli elettori ai fini di clientelismo, sempre maggiore attività lobbistica ai fini della spartizione della spesa pubblica eccedente, assegnazione di denaro pubblico ad aziende di settori già saturi, a sfavore della ricerca e sviluppo, e più in generale diventa estremamente sconveniente per il privato (cittadino o azienda) investire nel Paese. In pratica alti livelli di spesa pubblica producono un effetto negativo sulla crescita, mentre gli investimenti dei privati non producono nessun effetto. E’ esattamente la situazione nella quale ci troviamo in Italia in questo momento, ovvero, crescita zero, PIL al –3% e livelli di corruzione elevatissimi a fronte di una spesa pubblica esagerata. E’ pertanto evidente come la costruzione di nuove mega infrastrutture come la TAV o il Ponte sullo Stretto di Messina, non soltanto non producano alcuna crescita dell’economia nazionale, ma anzi, paradossalmente inaspriscano la già grave recessione in atto. La correlazione con la curva di Laffer appare ancora più evidente osservando i due modelli a confronto:





E’ interessante notare come l’apice della Curva di Armey si raggiunga molto prima dell’apice della Curva di Laffer. In pratica il Tmax di Laffer, ovvero il punto di equilibrio tra gettito fiscale e aliquota di tassazione è raggiunto dopo il Tmax della Curva di Armey. Questo significa che tra le due aliquote viene a crearsi uno Spread virtuoso che, portando ad un avanzo primario fortemente positivo, può finalmente consentire la programmazione del rientro di importanti quote del debito sovrano. Tornando alla parametrizzazione della Curva di Laffer è interessante notare come gli economisti statunitensi siano pressoché concordi nell’affermare che il punto di rottura e di non ritorno di un sistema economico sia rappresentato da una tassazione (diretta e indiretta) intorno al 70% del reddito. In Italia studi della Confindustria e della CGIA di Mestre sono concordi nell’affermare che il livello di tassazione si aggira attualmente tra il 65% e il 68%. Siamo dunque al punto di rottura. Ma quali sono le conseguenze pratiche di un carico fiscale così elevato e dov’è posizionata l’intersezione tra ascisse e ordinate della Curva di Laffer? Per rispondere alla prima domanda basta osservare lo scenario economico attuale. Abbiamo un alto livello di disoccupazione, aziende che delocalizzano in massa, pensioni medie insufficienti a coprire il costo della vita, stipendi tra i più bassi in Europa, un alto tasso di insolvenze e di fallimenti tra le aziende presenti sul territorio nazionale, costante contrazione dei consumi con conseguente riduzione del gettito fiscale. Possiamo quindi dedurre che l’attuale posizionamento sulla curva di Laffer sia >t3. Politiche “del rigore” come quelle praticate dal governo Monti, non soltanto hanno ulteriormente depresso l’economia nazionale, ma non tenendo conto del differenziale tra la Curva di Armey e la Curva di Laffer hanno prodotto un incremento del debito pubblico di ben cento miliardi di euro all’anno. E’ davvero un gran bel risultato per un governo supposto “tecnico” che applicando politiche fortemente antisociali e pseudo liberiste ha in realtà causato un grave danno ai conti dello Stato. Ad un ritmo di incremento di cento milioni di euro all’anno, il nostro debito sovrano arriverà a ben 2500 miliardi di euro (se non di più) alla fine della prossima legislatura. A quel punto sarà ancora possibile fare qualcosa per l’economia Italiana? Preferiremmo di gran lunga non dover rispondere a questa domanda, anche se al momento sembra impossibile che qualunque governo possa uscire dalle prossime elezioni sia in grado anche solo di capire la situazione macroeconomica, per non parlare dei provvedimenti giudicati “indifferibili” da anni e mai nemmeno presi in considerazione. Ma esiste ancora un altro fattore estremamente destabilizzante e imprevisto che possiamo annoverare tra gli effetti negativi del posizionamento >t3 sulla Curva di Laffer. Dopo le aziende, che non trovano più conveniente investire in Italia, adesso sono paradossalmente i lavoratori che stanno progressivamente perdendo la propria convenienza economica nel lavorare per salari così bassi. Se consideriamo che un giovane diplomato / laureato che si avvia al mondo del lavoro percepisce uno stipendio di base di circa € 500, senza alcuna possibilità di un miglioramento futuro, mentre un padre di famiglia arriva a 1000/1200 euro, appare evidente come presto, a fronte di un costante aumento del carovita, andare a lavorare per cifre di quest’ordine di grandezza non rappresenti più una fonte di sostentamento sufficiente. I primi ad accorgersene sono stati i medio livelli, capiufficio e responsabili di reparto, quelli che prima dell’acuirsi della crisi percepivano retribuzioni nette mensili superiori ai 2000 euro. Essi sono stati i primi ad essere eliminati dalle aziende in quanto “troppo costosi” con il risultato di un generale impoverimento del tessuto aziendale italiano. Oggi ad essere eliminati sono i lavoratori “semplici”. Ma possiamo concepire un’economia dove gli schiavi cinesi producono beni per i disoccupati italiani? Poiché un simile scenario non pare possibile, e a fronte di stipendi di 2600 euro netti al mese pagati in nord Europa ai lavoratori NON specializzati, è facile prevedere che a partire dal 2013 gli italiani ridiventeranno un popolo di migranti. Anche sul fronte bancario le cose non vanno meglio. I continui salvataggi miliardari prestati dal governo a banche che dovrebbero essere messe in liquidazione coatta amministrativa come il Montepaschi Siena e la Popolare di Milano, hanno in realtà creato una distorsione nell’economia italiana. Le banche preferiscono infatti investire in titoli di stato piuttosto che favorire il credito al consumo o alle aziende. Dal loro punto di vista dare soldi ai privati è comunque più rischioso (e meno remunerativo) che darli allo Stato acquistando di Titoli del debito pubblico. Questo ha portato all’attuale contrazione del 50% del mercato dei mutui casa, che si prevede scenderanno di un ulteriore 15/20% nel corso del 2013. Anche il mercato della casa, che sino ad ora è stata il bene rifugio degli italiani per eccellenza, sta subendo una fortissima contrazione, che non potrà che portare ad una conseguente forte svalutazione del prezzo e del valore degli immobili. E’ ufficiosamente noto che, già ora, è possibile ottenere uno sconto sino al 20% sui prezzi degli immobili quotati ufficialmente dalle Agenzie Immobiliari. Le banche vanno così perdendo clienti e liquidità, a favore di un economia basata sui titoli derivati e investimenti finanziari, con conseguenze devastanti sul tessuto economico e sociale del Paese reale. Le soluzioni non mancherebbero e sono in parte illustrate nel precedente documento intitolato“Linee Guida al Documento di Programmazione Economico Finanziaria ed alla Politica Italiana” , manca soltanto un Governo che abbia la volontà e la forza di metterle in atto. In conclusione riassumiamo le variabili che costituiscono i criteri di parametrizzazione della Curva di Laffer:

·                      Tasso di disoccupazione generale;
·                      Tasso di disoccupazione giovanile;
·                      Percentuale di aumento su base annua dello stock del Debito Sovrano;
·                      Tasso medio di rendimento dei Titoli di Stato;
·                      Flat tax;*
·                      Percentuale delle aziende che annualmente scelgono di delocalizzare;
·                      Percentuale dei fallimenti e delle liquidazioni;
·                      Percentuale delle aziende che scelgono di continuare la propria attività;
·                      Percentuale di tassazione diretta e indiretta (attualmente al 65/68%);
·                      Percentuale degli occupati a tempo pieno e indeterminato;
·                      Ammontare della spesa pubblica in relazione alle entrate fiscali;
·                      Percentuali di evasione, elusione e sottrazione fiscale;
·                      Tasso di corruzione / concussione su base nazionale;
·                      Variazione percentuale +/- del valore degli immobili su scala nazionale;
·                      Variazione della spesa pubblica +/- per istruzione, sanità, trasporti pubblici, giustizia;
·                      Variazione della spesa pubblica +/- per difesa nazionale e law enforcement;
·                      Tasso di migrazione all’estero +/- dei lavoratori italiani;
·                      Percentuale del volume di affari della malavita organizzata in relazione al PIL;
·                      Variazione percentuale del PIL (attualmente – 3%);
·                      Volume e valore medi delle transazioni finanziarie pre e post Tobin Tax;

Una volta valorizzato t3 tramite il calcolo basato sui fattori elencati, sarà facilissimo seguire l’evoluzione grafica della Curva di Laffer in relazione alle variabili elencate, e calcolare quindi con esattezza il punto Tmax. Abbiamo voluto inserire tra i criteri anche la cosi detta Flat Tax* , a nostro avviso uno dei parametri fondamentali. Il concetto di un aliquota di tassazione media uguale per tutti, alla quale assoggettare tutti i tipi di reddito al fine di ottenere il medesimo gettito fiscale, è politicamente improponibile per ovvi motivi. Un’economia sana non può certo assoggettare alla medesima aliquota i redditi alti e quelli bassi. L’importanza del calcolo della Flat Tax  ha pertanto un valore puramente statistico; al diminuire di questa è facile intuire un miglioramento dell’indice della Curva di Laffer. Quello che comunque dobbiamo purtroppo notare è che tutti questi dati sono da lungo tempo già noti agli economisti, nonché ai “tecnici” del governo Monti. Continuare ad insistere su politiche economiche è sociali come quelle sin qui osservate rappresenta, purtroppo, il preludio ad una recessione senza fine e senza ritorno.

sabato 17 novembre 2012

Linee Guida al Documento di Programmazione Economico Finanziaria ed alla Politica Italiana

·         Premessa
Questo documento nasce dall’esigenza concreta di proporre una serie di politiche economiche e sociali totalmente alternative ed in contrasto a quelle praticate dal governo Monti e dai suoi predecessori, al fine di consentire una rapida uscita dalla crisi economica che, appare sempre più indotta e strumentale agli interessi della stessa oligarchia che l’ha causata. Nel redigere questo documento non si è guardato all’interesse particolare di alcuna lobby, ma si è preferito l’interesse generale della popolazione e soprattutto dei meno abbienti e dei più colpiti da questa recessione. Questo documento esclude a priori qualsiasi tipo di “concertazione” con altre forze politiche, ed è basato sulla assoluta negazione di ogni tipo di “voto di scambio”. Da più parti nel Paese reale si sente invocare giustizia e sale la richiesta di nuove leggi che sanino questa o quella situazione generale o particolare. In realtà le leggi esistono già. Abbiamo una Costituzione tra le migliori al mondo e le leggi contenute nel codice civile e nel codice penale, prevedono tutte le tipologie di reato e di regolamentazione della vita civile incontrate dalla nostra società dai tempi dell’antica Roma ad oggi. Negli ultimi vent’anni si è preferito eludere e non applicare le leggi scomode, complice l’indifferenza dei governati nei confronti dell’amministrazione della cosa pubblica. Questo documento presuppone l’applicazione di leggi attualmente in vigore, la reintroduzione di leggi ingiustamente abrogate (come quella sulla depenalizzazione falso in bilancio), e l’approvazione di alcune leggi “ad hoc”in grado di porre almeno in parte rimedio alle gravi ingiustizie subite da parte dei cittadini italiani, culminate con il debito di ben duemila miliardi di euro che dovrebbe essere ripianato, nelle pretese di costoro, con almeno cinquant’anni di sacrifici da parte dei più deboli. Per fortuna in Italia nessuna legge vessatoria ha mai resistito per lunghi periodi. Occorre comunque la buona volontà di tutti non soltanto per fare applicare e rispettare le leggi vigenti ed approvande, ma anche e soprattutto per introdurre nella società civile il concetto che l’onestà è una priorità irrinunciabile, perché il Paese reale, non è quello degli speculatori e dei furbetti del quartierino, ma è quello che ci costruiamo ogni giorno con il nostro lavoro. Questo documento è stato suddiviso in sezioni in modo da facilitarne sia la lettura, sia l’introduzione di eventuali suggerimenti, idee o contributi alla discussione da parte di tutti gli interessati. Nulla sarebbe più sbagliato del pensare che poiché “si è sempre fatto così” non esistano soluzioni alternative. Ancora più grave sarebbe pensare che continuando a fare quello che si è sempre fatto, si otterrà quello che si è sempre ottenuto. Un altro punto di fondamentale importanza è l’abrogazione ed il conseguente superamento dei concetti di “autotutela” e di “atto dovuto” che affliggono e bloccano il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione, e, conseguentemente, del Paese. Il pubblico funzionario che agisce in regime di autotutela causa un danno enorme sia alla Pubblica Amministrazione che a coloro che si sono rivolti ad essa. Il funzionario che redige degli atti dovuti solo perché tali, causa un danno enorme alla Pubblica Amministrazione, che si traduce puntualmente in perdita di tempo, di denaro, e di fiducia da parte degli utenti. Il concetto è che la Pubblica Amministrazione deve agire sempre e solo per il meglio, applicando la logica ed il buon senso prima ancora dei regolamenti. Solo in questo modo avrà reso un servizio al cittadino ed alla società civile, e non avrà quindi alcun motivo di auto tutelarsi. Lo stesso discorso vale per i presunti atti dovuti. Queste tipologie e queste logiche hanno portato alla proliferazione della burocrazia e al concetto di assoluta non responsabilità dei suoi funzionari per i disservizi patiti dai cittadini. Un altro dei presupposti cardine di questo documento è l’abrogazione di tutte le consulenze, siano esse di società e/o di persone fisiche, di tutte le authority variamente costituite, e di tutte quelle società variamente partecipate o possedute dalla pubblica amministrazione, il cui unico scopo è quello di elargire stipendi d’oro e non certo aiutare i cittadini o la società civile. Il lavoro della pubblica amministrazione, a partire dai comuni, sino all’amministrazione centrale dello Stato deve essere svolto usando unicamente le forze e le competenze presenti all’interno della pubblica amministrazione. E’ impensabile che all’interno di un organico di oltre tre milioni di lavoratori non esistano le risorse umane per far fronte all’amministrazione della cosa pubblica. Un discorso a parte meritano i dirigenti dello Stato di primo e secondo livello, nonché i consiglieri di Stato. Se ci troviamo in queste condizioni, con il Paese in ginocchio ed una crisi economica senza precedenti nella storia umana, la colpa è loro, oltre che dei politici. In futuro le funzioni dirigenziali dovranno necessariamente essere svolte dagli assessori per i comuni e  dai ministri e dai sottosegretari per l’amministrazione dello Stato Centrale. Per quando riguarda tutta la pletora di funzionari e boiardi di stato che hanno variamente contribuito allo sfascio attuale, abbiamo proposto l’introduzione della “legge Persano”, in memoria dell’ammiraglio Carlo Pellion di Persano. Tutti i funzionari di primo e secondo livello siano essi in servizio o in quiescenza, tutti gli ex parlamentari, tutti i senatori a vita, tutti gli amministratori di società pubbliche o a capitale misto, siano essi in servizio o in quiescenza saranno sottoposti a commissione d’inchiesta che, con giudizio inappellabile, ove questi siano ritenuti compartecipi dello sfascio della cosa pubblica non soltanto li rimuoverà dai propri incarichi licenziandoli, ma anche li priverà di eventuali onorificenze e gli toglierà ogni forma di vitalizio, di liquidazione e di pensione, a titolo di risarcimento per la mala gestione della cosa pubblica. Saranno inoltre privati di ogni bene tutti quei funzionari che si siano arricchiti con malversazione. I casi di alto tradimento saranno trattati a parte dalla magistratura ordinaria e puniti secondo le leggi vigenti. La Guardia di Finanza sarà incaricata di indagare in modo permanente sui beni e sui patrimoni dei gestori della cosa pubblica, intervenendo immediatamente ove venissero accertati arricchimenti illeciti od episodi di corruzione. Altre leggi da introdurre saranno la “legge Schimberni” di riforma delle ferrovie con abbandono della TAV a favore di una mobilità ferroviaria regionale ed interregionale sostenibile, la nuova legge Agraria, l’abrogazione del “fiscal compact” e delle norme sul pareggio di bilancio all’interno della costituzione, l’abrogazione della legge Gelmini sulle università e sulla scuola, l’abolizione delle leggi Biagi e Fornero con la contestuale introduzione di una legislazione del lavoro completamente nuova, l’abolizione del patto di stabilità per i Comuni, l’abolizione della tassazione locale da parte di Comuni e Regioni, l’accorpamento dei Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, la immediata cancellazione di tutte le provincie e di tutte le regioni, la cancellazione di tutti gli statuti autonomi regionali e provinciali, l’abolizione immediata del parlamento regionale Siciliano, l’unificazione a livello nazionale delle aliquote della nuova Imposta Statale sugli Immobili (abrogazione dell’IMU). Le nuove aliquote saranno applicate in eguale misura e senza ulteriore aggravio sia per la prima che per le altre abitazioni eventualmente possedute. Questo solo per cominciare. Il resto, nel dettaglio, all’interno delle singole sezioni, con l’auspicio di trovarci a vivere un domani in un’Italia a misura dei più deboli e, soprattutto, dei bambini di oggi, adulti di domani, che di tutte le categorie sono i più volutamente dimenticati dai partiti politici in quanto non elettori.

In materia economico finanziaria il primo provvedimento da prendere è l'immediata nazionalizzazione della Banca D'Italia, tramite l'esproprio a costo zero per lo Stato di tutte le quote azionarie detenute dai privati.
Seguirà l’immediata proposta, da parte del parlamento, di una serie di quesiti referendari volti ad accertare la volontà del popolo sovrano di rimanere all’interno della Comunità Europea, di continuare ad utilizzare l’Euro o di tornare alla Lira, e più in generale di approvazione o meno dei trattati europei sottoscritti dai precedenti governi, ed in particolare il “Trattato di Lisbona”.
Quindi si provvederà alla costituzione dell'Agenzia delle Uscite con il compito di gestire tutti i pagamenti dello Stato.
A titolo puramente esemplificativo e non esaustivo l’Agenzia delle Uscite gestirà:
·         tutte le buste paga dei dipendenti statali;
·         tutti i debiti dello Stato nei confronti dei privati (attualmente circa 120 miliardi)
·         tutti i trasferimenti dello Stato ai Comuni;
·         tutti i pagamenti delle forniture allo Stato;
·         gestione del budget per la spesa sanitaria;
·         gestione del budget per la difesa;
·         gestione del budget per la pubblica istruzione;
·         gestione del budget per il settore del trasporto pubblico;
·         gestione del budget per la giustizia;
·         gestione del budget per la cultura;
·         gestione del budget per la tutela dell’ambiente, territorio e mare;
·         gestione del budget per le politiche agricole e forestali;
·         revisione contabile dei bilanci delle Regioni, dei Comuni e delle società possedute o partecipate dallo Stato;
Il Presidente del Consiglio sarà anche Presidente dell’Agenzia delle Uscite e delle Entrate, con pieni poteri di firma e di veto.
*****
In caso di vittoria del referendum pro Lira la Banca D'Italia provvederà alla stampa ed alla messa in circolazione delle Lire Nuove al valore di cambio fisso ed invariabile di 1 Euro = 2 Lire Nuove.
Avremo quindi una doppia circolazione Euro / Nuove Lire sul territorio nazionale.
Il valore totale della circolazione delle Nuove Lire non potrà eccedere, inizialmente, il controvalore delle riserve auree detenute dalla Banca D'Italia (circa 106,236 miliardi di Euro).
Le nuove lire saranno usate per il pagamento dei fornitori dello Stato.
Sia in caso ritorno alla Lira, che in caso di permanenza nell’Euro si procederà con il varo di un D.D.L. denominato “Primi provvedimenti in materia economica e finanziaria” contenente i seguenti provvedimenti:
·         inconvertibilità della moneta nazionale sui mercati valutari, al fine di stroncare la speculazione finanziaria; (in caso di ritorno alla Lira)
·         la statalizzazione della banca nazionale (Banca D'Italia);
·         l'abolizione temporanea del diritto di sciopero, compensato con l'impossibilità di licenziamento dei lavoratori da parte del datore di lavoro;
·         la produzione nazionale di beni di consumo a favore sia del mercato interno che di quello estero con l'impossibilità di delocalizzare la produzione di beni e di servizi all'estero;
·         l'incentivazione al baratto dei beni e dei servizi, sistema diretto che non crea inflazione all'interno e che sopperisce ai bisogni di materie prime provenienti dall'estero una volta che la moneta nazionale viene resa inconvertibile (in caso di ritorno alla lira);
·         la minaccia rivolta agli industriali di nazionalizzazione "a costo zero" delle industrie e delle imprese nel caso non si attengano al programma economico dettato dal governo;
·         la creazione, da parte dell'Agenzia delle Uscite delle cambiali obbligazionarie denominate "UNI.EC." (Unità Econometrica Nazionale) al tasso fisso ed invariabile del 2%;
·         detti UNI.EC. Avranno una durata quinquennale, e saranno spendibili come denaro contante solo ed esclusivamente all'interno del territorio nazionale;
·         le banche, le imprese pubbliche e private e tutti gli enti pubblici non soltanto saranno tenuti ad accettare in pagamento gli UNI.EC., ma saranno ugualmente tenuti a pagare i propri fornitori e dipendenti nello stesso modo.
·         Tutti i pagamenti dello Stato di forniture, stipendi, pensioni ecc. eccedenti i 3000 euro di controvalore saranno effettuati esclusivamente (al 100%) in UNI.EC.;
·         gli UNI.EC. Sono garantiti dal patrimonio mobiliare e immobiliare dello Stato e dovranno obbligatoriamente essere presentati per la rinegoziazione o per l' incasso al termine della scadenza quinquennale;
·         viene esclusa a priori qualsiasi dismissione di beni immobili o demaniali di proprietà dello Stato;
·         saranno pagati in UNI.EC. sia la quota residua di debito dello Stato nei confronti dei fornitori, sia i successivi acquisti di beni e servizi;
·         potranno essere pagati in Euro o in UNI.EC., a discrezione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (sentito il parere della Banca D’Italia), gli interessi e i rimborsi sui titoli di Stato che costituiscono il debito sovrano;
·         viene modificata la legge sulla liquidazione coatta amministrativa introducendo il principio che qualunque Ente pubblico o privato, qualunque fondazione e qualunque impresa o azienda pubblica o privata può essere sottoposta a questa procedura alternativa al fallimento ove ciò sia nell’interesse del Paese. La responsabilità del provvedimento amministrativo sarà in capo alla Banca D’Italia, il decreto di liquidazione sarà firmato dal Ministro dell'Economia e Finanze e dal Governatore della Banca D’Italia;
Parallelamente il Ministero dell'Economia e Finanze, di concerto con la Banca D'Italia provvederà ad emettere i seguenti provvedimenti:
·         liquidazione coatta amministrativa della Banca Monte dei Paschi di Siena;
·         liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Milano;
·         liquidazione coatta amministrativa di IREN;
·         liquidazione coatta amministrativa dell’I.C.E. (Istituto per il Commercio Estero);
·         liquidazione coatta amministrativa della CO.N.SO.B. (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), e dell ISVAP (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) e ripartizione delle competenze amministrative al Ministero delle Finanze, e investigative alla Guardia di Finanza;
·         liquidazione coatta amministrativa della SIAE;
·         liquidazione coatta amministrativa di Equitalia. Trasferimento immediato ed inderogabile delle competenze di riscossione ai singoli comuni e/o all’Agenzia delle Entrate;
·         liquidazione coatta amministrativa di tutte le società partecipate o possedute dallo Stato in condizione di passività che non siano in grado di presentare un piano di concreto riassetto dei propri conti entro e non oltre il termine inderogabile di un esercizio fiscale;
·         chiusura inderogabile di tutte le “Authority” e trasferimento delle relative competenze ai ministeri di pertinenza;
·         chiusura urgente e indifferibile di INPDAP e di EMPALS, e accorpamento delle relative competenze all’INPS;
·         Riorganizzazione delle competenze della Cassa Depositi e Prestiti con ritorno al divieto di investimento nel settore privato e di acquisizione di quote di capitale di società private. Dismissione nei tempi tecnici di tutte le quote di società private in portafoglio onde evitare il ritorno delle cosiddette “Partecipazioni Statali”
·         per quanto riguarda le società municipalizzate o quelle di proprietà dei comuni o delle regioni si applicano le stesse regole di cui ai punti precedenti. Le società di proprietà dei comuni o delle regioni in attivo potranno essere mantenute in essere, fatto salvo l'obbligo di vendita di almeno il 40% delle quote azionarie ai privati o ad altri enti pubblici interessati;
·         Eventuali esuberi derivanti dai provvedimenti di riorganizzazione, chiusura e liquidazione, saranno ricollocati;
D.D.L.Commercio e Importazioni
·         Embargo totale per tutti i prodotti agricoli provenienti da paesi extracomunitari;
·         Embargo totale per tutti i prodotti finiti, lavorati o semilavorati provenienti da paesi extracomunitari;
·         Embargo totale per tutti i prodotti finiti elettrici, elettronici, telefonici, automobilistici, motociclistici, ciclistici, provenienti da paesi extracomunitari;
·         Divieto assoluto di importazione da paesi terzi di olio di oliva semplice o extravergine, di pomodoro in tutte le sue forme, di latte e latticini, di conserve, di prodotti sottovuoto, sotto olio o di prodotti surgelati;
·         Divieto assoluto di importazione di prodotti agricoli o alimentari dall’estero.
·         I divieti di cui ai punti precedenti potranno essere di volta in volta temporaneamente revocati solo nel caso la produzione nazionale non sia sufficiente al fabbisogno interno, e solo per le quote di mercato residuali;
·         Obbligo per i produttori e per la piccola e grande distribuzione di dichiarare al consumatore tramite contrassegni molto evidenti l’effettiva provenienza dei prodotti alimentari o non alimentari in vendita. Si intenderà per prodotto italiano (MADE IN ITALY) solo ed esclusivamente quanto prodotto sul territorio nazionale con prodotti autoctoni al 100%. Divieto assoluto di trasformazione di prodotti esteri sul territorio nazionale al fine di poter esporre la dicitura “made in italy”;
·         Le materie prime grezze per la produzione di prodotti “made in italy” sono ammesse solo ed esclusivamente a condizione che la provenienza sia chiaramente indicata al consumatore tramite contrassegni di vendita molto evidenti;
·         Applicazione immediata di tutte le norme antidumping in vigore nell’ambito comunitario con interpretazione restrittiva delle medesime;
·         Regolamentazione dei prezzi pagati ai produttori agricoli nazionali per i prodotti autoctoni. Il prezzo pagato ai coldiretti o agli allevatori NON potrà essere inferiore al 50% del prezzo medio nazionale praticato ai consumatori dalla piccola e grande distribuzione in base a quanto rilevato dall’ISTAT ;
·         Al fine di prevenire accordi di cartello tra i produttori e/o i distributori di beni e/o servizi a scapito dei consumatori, constatata l’assenza di un vero e proprio libero mercato che favorisca la concorrenza tra gli operatori economici presenti nel Paese, viene decisa la reintroduzione del C.I.P. Comitato Interministeriale dei prezzi con re istituzione del D.L.L. n. 374 del 19 ottobre 1944 (integrato successivamente dal D.L.L. n. 374 del 23 aprile 1946 e dal D.L.C.P. n. 896 del 15 settembre 1947) e successive modificazioni, con il compito di fissare i prezzi massimi dei beni e dei servizi al consumo;
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Cancellazione del D.L.446/1997 (agg. D.L. 201/2011) e successive modificazioni - Istituzione dell’IRAP
Cancellazione del T.U. delle accise D. Lgs. 504/1995 (agg. D.L. 201/2011) e successive modificazioni
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D.D.L. – Modifiche alle leggi sulle Cooperative
·         Abolizione della possibilità per le cooperative di esercitare attività bancaria. Tutte le Banche di Credito Cooperativo e quelle costituite come S.c.r.l. dovranno essere trasformate in Società per Azioni entro 180 giorni dall’approvazione del presente decreto. E’ prevista la possibilità di unione tra più cooperative al fine di costituire un unico soggetto giuridico con ragione sociale inerente l’esercizio dell’attività bancaria.
·         Divieto assoluto per le cooperative comunque costituite di possedere quote azionarie di altre cooperative o di società di capitali. Eventuali partecipazioni dovranno essere alienate entro 180 giorni dall’approvazione del presente decreto;
·         Divieto assoluto per le cooperative comunque costituite di esercitare attività di holding di partecipazioni e/o di holding finanziaria. Liquidazione coatta amministrativa di tutte le cooperative di questo genere;
·         Divieto assoluto per le cooperative comunque costituite di effettuare raccolta o sollecitazione di pubblico risparmio, di emissione di carte di credito, di erogazione a qualsiasi titolo di mutui, prestiti, e finanziamenti;
·         Divieto assoluto per le cooperative comunque costituite di esercitare attività assicurativa in tutte le sue forme. Tutte le assicurazioni costituite come cooperative dovranno essere trasformate in Società per Azioni entro 180 giorni dall’approvazione del presente decreto. E’ prevista la possibilità di unione tra più cooperative al fine di costituire un unico soggetto giuridico con ragione sociale inerente l’esercizio dell’attività assicurativa.
·         Liquidazione coatta amministrativa di tutte quelle cooperative che non adempiano al presente D.D.L. entro i previsti termini;
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Cancellazione  urgente del decreto “Salva Italia” - Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 (coordinato con la Legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214) recante ''Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici''; e di tutte le norme e leggi attuative del medesimo;
Cancellazione urgente del decreto “Cresci Italia” - Decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1 Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 gennaio 2012, n. 19, S.O. Convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 24 marzo 2012, n. 27.
Abolizione della tassa di concessione governativa sui cellulari – Abrogazione dell’articolo 21 della Tariffa allegata al Dpr n.641/1972 – Recepimento delle direttive di cui al “Codice delle Comunicazioni” (Dlgs n.259/2003).
Con specifico decreto viene ordinato il rientro immediato alle basi di appartenenza di tutte le componenti militari italiane ovunque dislocate all’estero, siano esse in missione di pace od altro, con la sola eccezione del personale militare preposto al presidio delle nostre legazioni all’estero.
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D.D.L. –      Istituzione di zone franche extra doganali al fine di favorire lo sviluppo economico del Paese
Al fine di favorire la rilocalizzazione di imprese italiane ed estere sul territorio nazionale, favorendo quindi la crescita economica e l’occupazione, vengono istituite le “Zone Franche Extra Doganali” aventi le seguenti caratteristiche:
·         Esenzione ventennale da tutti i tipi di tasse e imposte dovuti allo Stato per le Imprese che avviino o posseggano all’interno delle zone designate imprese produttive, manifatturiere o commerciali che impieghino almeno 100 lavoratori con contratto a tempo indeterminato;
·         Le imprese di cui sopra godranno di un’esenzione contributiva pari al 50% dei contributi dovuti agli enti previdenziali per i lavoratori impiegati;
·         Le imprese di cui sopra godranno di un’esenzione I.V.A. totale sugli acquisti di beni, merci e servizi, effettuati sul territorio nazionale;
·         I fornitori nazionali di imprese operanti in regime di franchigia godranno dello stesso regime ove risultino fornitori di imprese operanti all’interno delle zone franche, per almeno il 50% della propria produzione;
·         I dipendenti delle aziende locate all’interno delle zone franche extra doganali o delle imprese di cui al paragrafo precedente, godranno di uno sconto sull’ IRPEF del 5%;
·         Sono dichiarati da subito zone franche extra doganali il Comune di Faenza, tutti i Comuni d’Italia sul cui territorio sorga uno stabilimento FIAT Industrial, incluso il Comune di Termini Imerese ed il Comune di Abbiategrasso con particolare riguardo agli stabilimenti ex MIVAR,
·         Tutte le imprese nella cui ragione sociale l’oggetto principale sia costituito da: produzione, riparazione, costruzione cantieristica navale sia da diporto che professionale ad uso civile o militare, ovvero la produzione, riparazione, costruzione aereonautica sia ad uso civile privato o professionale che ad uso militare e i relativi fornitori purché nelle condizioni di cui sopra sono dichiarati da subito, per le aree produttive e amministrative di pertinenza, zona franca extra doganale;
·         Al Comune di Lampedusa e Linosa viene applicata, oltre a quanto sopra, come estensione, la legge 17 luglio 1910, n. 516 (GU n. 180 del 02/08/1910) attualmente in vigore per il solo Comune di Livigno, e viene pertanto dichiarato zona franca extra doganale permanente;
·         Le zone o le imprese interessate saranno individuate su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico, e deliberate di volta in volta, dal Consiglio dei Ministri;
·         Allo scadere dell’esenzione ventennale, questa potrà essere rinnovata, previa domanda al Ministero dell’Economia e delle Finanze da parte degli interessati. In caso di respingimento della suddetta domanda il suddetto regime resterà comunque in vigore per un ultimo anno fiscale;
D.D.L. –      Concordato fiscale triennale per le vecchie e le nuove imprese
In considerazione del grave stato di crisi in cui versano indistintamente tutte le imprese nazionali viene introdotto l’istituto del concordato fiscale triennale al quale potranno accedere tutte le imprese, i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi purché dotati di partita I.V.A. e purché non beneficino dei vantaggi concessi all’interno delle zone franche extra doganali;

·         Il progetto di concordato fiscale dovrà essere presentato per l’approvazione all’Agenzia delle Entrate con l’assistenza di un commercialista e/o delle Associazioni di categoria;
·         Le imprese con fatturato superiore al miliardo di euro ovvero con più di mille dipendenti a tempo pieno e indeterminato negozieranno il proprio concordato esclusivamente e direttamente con il Ministero dell’Economia e delle Finanze;
·         All’interno del concordato sarà definito un importo fisso ed invariabile che verrà versato a titolo di imposta diretta sugli utili di impresa nel corso del triennio fiscale successivo;
·         Saranno inoltre rinegoziati e rateizzati senza interessi eventuali crediti dello Stato non ancora riscossi come, per esempio, quelli derivanti dalle cartelle esattoriali;
·         I contributi al personale dipendente potranno essere ridotti, per il triennio concordato, del 30%, a condizione che il 100% della forza lavoro sia a tempo pieno e indeterminato;
·         In tutti i casi permane l’obbligo di emissione dello scontrino fiscale e della fattura;
·         Tutti gli immobili e le aree agricole adibiti all’attività d’impresa sono esenti dall’Imposta Statale sugli Immobili (ex IMU);
·         Entro 60 giorni dalla presentazione della domanda di ammissione al concordato sarà fissato un incontro presso la sede locale dell’Agenzia delle Entrate. Il concordato entrerà in vigore per tre anni fiscali successivamente all’approvazione da parte dell’Agenzia delle Entrate;
·         I parametri minimi e massimi di sconto fiscale saranno fissati dal Consiglio dei Ministri in sede di promulgazione del presente decreto;
·         In caso il concordato venga respinto, questo potrà essere ripresentato con le modifiche richieste solo per una seconda ed ultima volta, con le medesime modalità di cui sopra;
·         Il presente concordato viene introdotto sul territorio nazionale a titolo sperimentale. Al termine dei primi tre anni sarà obbligatoriamente valutata da parte del Governo l’opportunità di concedere un nuovo concordato di ulteriori tre anni con parametri riveduti e corretti alla luce dell’esperienza acquisita;
D.D.L. –      Norme urgenti per la ripresa del mercato dell’auto in Italia
Al fine di consentire ed agevolare la ripresa del mercato automobilistico e motociclistico nazionale, vengono introdotte le seguenti norme:

·         Sospensione totale della tassa di possesso per i prossimi cinque anni per tutti i veicoli di nuova immatricolazione;
·         La tassa di possesso sarà incassata direttamente dal Ministero dei Trasporti e sarà di 50 euro per tutti gli autoveicoli di potenza inferiore ai 150 cavalli, di 100 euro per tutti gli autoveicoli di potenza superiore, di 25 euro per tutti i motocicli di potenza inferiore ai 70 cavalli, di 50 euro per tutti i motocicli di potenza superiore, di 200 euro per tutti gli autobus, autosnodati, camion, autoarticolati e/o veicoli industriali circolanti su strada. Sono esclusi dal pagamento i rimorchi e le macchine agricole;

·         Esenzione totale permanente dall’IVA e dalla tassa di possesso di tutti i veicoli ibridi o elettrici siano essi operanti congiuntamente ad un motore a carburante fossile o meno;
·         Il costo del passaggio di proprietà per i veicoli usati sarà di 100 euro per tutte le categorie di autoveicoli, di 50 euro per tutte le categorie di motocicli, e di 200 euro per tutte le categorie di veicoli industriali siano essi adibiti al trasporto di persone o di cose;
·         Introduzione di modifiche al codice della strada con ricalcolo delle sanzioni comminabili, dalle minime (20 euro), alle massime (500 Euro) con divieto di raddoppio delle medesime in caso di mancato pagamento entro il termine di 90 giorni;
·         Obbligo per le Compagnie Assicuratrici di applicare le stesse tariffe su TUTTO il territorio nazionale. Le suddette tariffe, basate sul rapporto peso potenza e sul tipo e marca di autoveicolo, e sull’anno di fabbricazione del medesimo, dovranno essere CHIARAMENTE e facilmente consultabili sui siti internet delle Compagnie Assicuratrici;
·         Obbligo per le Compagnie Assicuratrici di non superare le tariffe massime stabilite dal C.I.P. con possibilità di esercitare la concorrenza al di sotto di queste;
·         Fine del contratto di servizio con A.C.I. e liquidazione del P.R.A. Le relative competenze sono trasferite al ministero dei Trasporti ed alla Motorizzazione Civile;
·         Fine immediata di tutte le concessioni stradali ed autostradali e dei relativi diritti di esazione del pedaggio. La proprietà e l’esercizio delle strade ed autostrade sarà esclusivamente dello Stato che provvederà a gestirle direttamente tramite il Ministero dei Trasporti. Conseguente riduzione immediata dei pedaggi del 15% e congelamento dei pedaggi medesimi per i prossimi tre anni;
·         Il personale non direttivo delle Società concessionarie sarà assorbito dal ministero dei Trasporti;
D.D.L. –      Nuova legge antimafia, antiterrorismo e sul divieto di associazione segreta
Visti i fallimenti di tutte le precedenti amministrazioni nell’ambito della lotta alla malavita organizzata e vista l’influenza negativa parimenti esercitata dalle associazioni “segrete” sull’amministrazione della cosa pubblica si determina con urgenza quanto segue:
·         Tutti i condannati e i sospettati per delitti di mafia dovranno essere arrestati e detenuti in totale isolamento diurno e notturno senza la possibilità di ricevere visite e con la sospensione al diritto all’assistenza legale;
·         La detenzione in attesa di processo e/o di acquisizione delle prove, ovvero dell’espletamento delle indagini necessarie sarà a tempo indeterminato e comporterà la sospensione di tutti i diritti civili del sospettato;
·         I beni e le proprietà dei presunti mafiosi e dei loro familiari saranno confiscati dallo Stato, le proprietà immobiliari vendute o rase al suolo;
·         I familiari che si siano resi complici o fiancheggiatori di attività illecite saranno sottoposti allo stesso regime dei condannati o sospettati per delitti di mafia;
·         La pena per i delitti e/o per l’associazione a delinquere di stampo mafioso è l’ergastolo senza alcuna possibilità di riduzione della pena;
·         Viene introdotto il concetto di “carcere reale” e di “ergastolo reale” all’interno del nostro ordinamento giudiziario; non sono più possibili sconti di pena, scarcerazioni anticipate, arresti domiciliari, o benefici di ogni genere per i condannati per delitti di mafia;
·         Le associazioni segrete, finalizzate al sovvertimento dello Stato, sono equiparate alle associazioni a delinquere di stampo mafioso, e sottoposte alla medesima legge;
·         Le organizzazioni terroristiche nazionali ed internazionali sono equiparate alle associazioni a delinquere di stampo mafioso, e sottoposte alla medesima legge;
·         Vengono riaperti i carceri dell’Asinara e di Pianosa, ristrutturati ed adattati per accogliere gli ergastolani (condannati a qualunque titolo) ed i detenuti per crimini di stampo mafioso;
·         Gli arresti e le traduzioni nei carceri preposti saranno autonomamente e immediatamente eseguiti dalle Questure competenti sulla base delle risultanze d’indagine e dei precedenti penali dei pregiudicati;
·         Le questure avranno 48 ore di tempo per comunicare alla magistratura l’avvenuto arresto in base alle modalità della nuova legge antimafia; le Procure della Repubblica avranno a loro volta 15 giorni lavorativi di tempo per procedere alla convalida degli arresti o alla loro revoca motivandone le ragioni;
D.D.L. –      Sostanze psicotrope o stupefacenti
Considerato che il traffico di sostanze psicotrope e stupefacenti costituisce la maggior fonte di sostentamento delle organizzazioni criminali, e che la lotta proibizionista attuata dalle precedenti amministrazioni ha sortito l’effetto di un incremento del numero dei reati commessi al traffico di droga, si dispone quanto segue:
·      Viene recepita l’indicazione dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, (O.M.S.) secondo cui le tossicodipendenze devono essere trattate sotto il profilo clinico e non essere punite in base al codice penale. I tossicodipendenti accertati non potranno più essere puniti penalmente o segnalati alle prefetture per provvedimenti restrittivi nei loro confronti, per uso o possesso di droga per uso personale;
·      Ai tossicodipendenti accertati viene offerta la possibilità di disintossicarsi accedendo ad appositi programmi predisposti dalle A.S.L., ovvero di continuare a loro rischio e pericolo acquistando le sostanze stupefacenti a prezzo prefissato e dietro prescrizione e controllo medico, in farmacia;
·      Data la natura delle sostanze psicotrope e stupefacenti queste sono dichiarate monopolio di Stato;
·      Le suddette sostanze potranno essere prodotte da industrie farmaceutiche autorizzate dal Ministero della Salute ovvero dai Monopoli di Stato;
·      Il prezzo al consumo delle medesime sarà fissato con apposito decreto dal Comitato Interministeriale prezzi;
·      Ogni altra forma di vendita e/o introduzione sul territorio nazionale di sostanze stupefacenti sarà punita in base alle leggi anti droga in vigore pro tempore;
D.D.L. –      Reddito di Cittadinanza
Considerato il totale fallimento delle politiche del lavoro ed il costante aumento del tasso di disoccupazione, viene introdotto il Fondo Nazionale per il reddito di Cittadinanza, al quale potranno accedere tutti i cittadini italiani maggiorenni purché disoccupati e non pensionati;
·      Primo elemento costitutivo del fondo per il reddito di cittadinanza sono i proventi (al 100%) di tutte le fondazioni bancarie e assicurative;
·      Nel fondo confluiranno i proventi (al 100%) delle Società cooperative, il 20% degli utili (prima delle tasse) di E.N.I. S.p.A. il 15% degli utili (prima delle tasse) delle Banche e delle Assicurazioni, il 10% degli utili (prima delle tasse) delle Società con fatturato superiore ad 1 miliardo di euro all’anno, il 5% degli utili (prima delle tasse) di tutte le Società di capitale o tra persone comunque costituite;
·      Una volta all’anno, valutata la consistenza del Fondo a disposizione ed il numero di cittadini richiedenti, il Consiglio dei Ministri, varerà un apposito decreto che fisserà l’importo mensile (per dodici mesi) dell’erogazione, fermo restando che questa dovrà essere il più possibile rispondente a criteri di salvaguardia e tutela della dignità della persona;
·      Il Fondo sarà costituito come Società Pubblica ed il 100% delle quote saranno di proprietà incedibile del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
·      Il Fondo sarà presieduto dal Ministro pro tempore del Lavoro e delle politiche Sociali, e gestito senza nessun aggravio di spese o costi, direttamente dall’I.N.P.S.;.
·      Le pensioni di qualsiasi tipo, le indennità di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria non potranno in nessun caso essere inferiori al reddito di cittadinanza;
·      Al fondo potranno accedere i disoccupati allo scadere dell’indennità di disoccupazione, gli studenti maggiorenni delle scuole superiori o universitari, e tutti i cittadini italiani maggiorenni che sono in cerca di occupazione;
·      Sono esclusi dai benefici del fondo i cittadini stranieri, siano essi provenienti dalla Comunità Europea o extracomunitari che non siano residenti in Italia da almeno 10 anni;
·      Sono inclusi nei benefici del fondo i cittadini stranieri, siano essi provenienti dalla Comunità Europea o extracomunitari che siano stabilmente residenti in Italia da almeno 10 anni e tutti i cittadini stranieri coniugati con un cittadino italiano ovvero che abbiano avuto un figlio al quale sia stata attribuita la cittadinanza italiana;
·      Perdono il diritto ai benefici del fondo i cittadini italiani o stranieri residenti all’estero o che all’estero si trasferiscano per motivi di lavoro, gli iscritti all’A.I.R.E. e tutti gli iscritti che trovino nuova occupazione;
·      Particolari condizioni di maggior favore potranno essere stabilite per coloro che hanno figli minori a carico, per i coniugi quando siano entrambi disoccupati, e per i mono genitori con uno o più figli minori a carico;

Contratto Unico Nazionale (C.U.NA.) e nuova legislazione in materia di diritto del Lavoro

Constatata l’esigenza di provvedere urgentemente ad una nuova legislazione in materia di diritto del lavoro, constatato il fallimento delle politiche sociali praticate dalle precedenti amministrazioni, si dispone la convocazione presso il Ministero del Lavoro delle parti Sociali e delle Organizzazioni Datoriali per discutere in merito all’adozione di un nuovo Contratto Unico Nazionale che sarà applicato inizialmente alle Società ed ai privati datori di lavoro, e successivamente anche alla funzione Pubblica con le opportune modifiche che questo richiede.
Precedentemente si procede ad abrogare la legge Biagi sul lavoro e tutte le modifiche in campo lavorativo e pensionistico introdotte dal governo Monti e dal ministro Fornero.
Il Contratto Unico Nazionale verrà discusso all’interno dei seguenti parametri:
  • Introduzione della paga oraria minima garantita. La retribuzione minima mensile sarà calcolata, per tutte le categorie, in base al reddito di cittadinanza aumentato del 30%;
  • I contratti stipulati potranno essere solo del tipo a tempo pieno e indeterminato. Il part time potrà essere concesso solo ed esclusivamente a richiesta del lavoratore interessato. E’ esclusa a priori qualsiasi forma di part time verticale o simili;
  • E’ previsto un massimo di 40 ore lavorative settimanali per tutte le categorie;
  • Le categorie e la classificazione del personale dipendente riprenderanno lo schema della maggior parte dei contratti nazionali. In particolare non potranno essere previsti più di due livelli per ciascuna categoria. Ad esempio per gli operai ci sarà la figura dell’operaio non specializzato e quella dell’operaio specializzato, per gli impiegati la figura dell’impiegato d’ordine e quella dell’impiegato di concetto, ecc.;
  • L’apprendistato viene limitato ai soli giovani chiamati  a svolgere nell’ambito del loro primo impiego  mansioni lavorative non specializzate. Sono esclusi dalla possibilità di apprendistato i lavoratori altrove precedentemente qualificati ed i laureati;
  • Nessun lavoratore potrà essere assunto con un inquadramento inferiore a quello precedentemente acquisito, ad eccezione del personale dirigente dei quadri e dei capi ufficio che siano in cerca di occupazione e che si adattino spontaneamente a mansioni di livello inferiore;
  • Tutti i disoccupati o coloro che sono in cerca di prima occupazione saranno obbligatoriamente iscritti agli uffici di collocamento, i quali dovranno farsi parte attiva e diligente nella ricerca di un nuovo posto di lavoro corrispondente o compatibile con i requisiti del candidato;
  • Le aziende pubbliche e private dovranno obbligatoriamente fare richiesta del personale di cui necessitano all’ufficio di collocamento il quale provvederà a selezionare e proporre una rosa di almeno tre candidati tra i quali l’azienda interessata dovrà obbligatoriamente scegliere;
  • Il candidato che rifiuti l’assunzione per due volte consecutive perde il diritto al reddito di cittadinanza, ma mantiene il diritto ad essere assistito dall’ufficio di collocamento;
  • Lo stesso lavoro di selezione del personale potrà essere svolto dalle agenzie private del lavoro, ma solo per il personale con funzioni di Quadro o di Dirigente Aziendale;
  • Per la nomina dei dirigenti delle Aziende Pubbliche, la selezione sarà effettuata esclusivamente dalle più qualificate Società di Head Hunting a livello nazionale, le quali, praticando un prezzo di maggior favore agli enti pubblici interessati, provvederanno a proporre una rosa di almeno cinque candidati per ogni posizione aperta. La nomina finale spetterà al presidente del Consiglio pro tempore, e sarà effettuata in base a criteri meritocratici con l’esclusione della possibilità di nomine “politiche”;
  • Successivamente i medesimi criteri di assunzione e retribuzione saranno estesi a tutto il personale e ai dirigenti della pubblica amministrazione, con esplicita abolizione di ogni logica concorsuale;
  • Ogni due anni le parti Sociali e le Organizzazioni Datoriali dovranno obbligatoriamente incontrarsi presso il Ministero del Lavoro, per decidere in merito all’adeguamento dell’ E.D.R. (Elemento distinto di Retribuzione) al costo della vita ed all’ inflazione calcolata dall’I.S.T.A.T.;

DELEGA FISCALE DEL GOVERNO – ALIQUOTE I.V.A., IRPEF, IRPEG, E DETRAZIONI FISCALI
  • Per quanto riguarda l’I.V.A. le aliquote massime applicabili sono le seguenti: 20%  I.V.A. ordinaria, 10% I.V.A. ridotta. In nessun caso le suddette aliquote potranno essere superiori a questi limiti prefissati;
  • Tutte le esenzioni I.V.A. verranno riprese in esame dal Governo e confermate, modificate od abolite con apposito D.D.L.;
  • Per il calcolo dell’IRPEF si applicheranno le seguenti aliquote:.

REDDITO IMPONIBILE
ALIQUOTA
IRPEF (LORDA)
fino a 15.000 euro
0%
0% del reddito
oltre 15.000 e fino a 55.000 euro
25%
25% sulla parte eccedente 15.000 euro
oltre 55.000 e fino a 100.000 euro
30%
30% sulla parte eccedente 55.000 euro
oltre 100.000
35%
35% sulla parte eccedente 100.000 euro





  • Per il calcolo dell’IRPEG, considerata l’abolizione dell’IRAP, delle Accise e di tutte le tasse regionali e provinciali sulle imprese nonché l’abolizione della tassazione sugli immobili strumentali all’esercizio d’impresa, e considerata inoltre l’introduzione della tassazione in favore del reddito di cittadinanza, si applicherà un’unica aliquota pari al 30% degli utili prima delle tasse;
  • Su tutti gli scontrini, le fatture e le ricevute fiscali emesse dovrà chiaramente essere indicato il codice fiscale del compratore, fatto salvo il caso che questi sia persona fisica residente all’estero;
  • Tutte le spese sostenute dal singolo o dalla famiglia per il proprio mantenimento ovvero per il mantenimento della famiglia, ivi incluse le spese voluttuarie, il costo degli affitti, le spese scolastiche per l’educazione dei figli, sono deducibili al 100%, senza franchigia alcuna;
  • Tutte le spese per prestazioni mediche o professionali sono deducibili al 100%, senza franchigia alcuna;
  • Le spese per gli acquisti di autoveicoli e motoveicoli sono deducibili nell’arco di quattro anni. Le spese per il loro esercizio e mantenimento sono deducibili al 100%
  • Vengono rivisti gli assegni familiari e viene introdotto l’assegno per il sostentamento del coniuge a carico;
  • Vengono aboliti gli acconti IRPEF e IRPEG; la prima rata delle tasse da pagare sarà entro il 31 luglio di ogni anno, il saldo entro il 31 gennaio dell’anno successivo;
  • La dichiarazione dei redditi dovrà essere presentata entro il 15 luglio di ogni anno;

CRIMINI PARTICOLARMENTE ODIOSI – COSTITUZIONE UNITA’ VITTIME SPECIALI
La legislazione attuale ha dimostrato parecchie lacune nei confronti di tutti quei crimini che, pur essendo particolarmente efferati o commessi nei confronti di soggetti particolarmente indifesi o dei bambini, danno adito a condanne tali per cui il soggetto che ha commesso il crimine viene posto in libertà dopo pochi anni dalla commissione del delitto o comunque non viene adeguatamente perseguito. Poiché questa tipologia di delitti crea all’interno dell’opinione pubblica grave disagio sociale e turbamento,  viene quindi introdotta all’interno della nostra legislazione la nozione di “Crimine particolarmente odioso” e viene conseguentemente costituita all’interno del Corpo di Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri l’Unità Vittime Speciali con i compiti e le attribuzioni di seguito elencati.
Crimine particolarmente odioso: nozione
Vengono considerati come particolarmente odiosi tutti i crimini a sfondo sessuale, i crimini commessi contro i minori, i crimini commessi contro le donne in stato di gravidanza o verso soggetti che si trovino in stato di palese inferiorità fisica o psicologica. La nozione di crimine particolarmente odioso può essere estesa, a discrezione del giudice, a tutti quei crimini che causino particolare disagio o grave allarme sociale, come (a titolo puramente esemplificativo e non esaustivo) i crimini seriali, gli omicidi seguiti o preceduti da mutilazioni, torture o atti di cannibalismo, gli omicidi o i tentati omicidi del proprio coniuge, dei figli minori o comunque del o della convivente more uxorio.
Il crimine particolarmente odioso costituisce un’aggravante specifica che annulla ogni e qualsivoglia attenuante generica o specifica. Il criminale dichiarato colpevole di un crimine di questo genere non potrà usufruire di alcuna forma di beneficio né della scarcerazione anticipata rispetto al termine previsto della pena. La dichiarazione di crimine particolarmente odioso da parte del giudice o del collegio giudicante, comporta l’applicazione del massimo della pena detentiva previsto dalla legge, senza alcuno sconto di pena. Il sospettato di questo tipo di crimine dovrà essere recluso in stato di totale isolamento diurno e notturno senza alcuna possibilità di usufruire di benefici tipo gli arresti domiciliari, e con la sola possibilità di ricevere le visite esclusivamente dei propri avvocati.
Per indagare e prevenire questo tipo di crimini viene costituita l’Unità Vittime Speciali, che, tramite l’ausilio di tutte le più moderne tecnologie e tecniche forensi avrà il compito di indagare su questa tipologia di crimini al fine di arrestare i colpevoli ed assicurarli alla giustizia.
CRIMINI IRRISOLTI – COSTITUZIONE UNITA’ CRIMINI OSCURI
Ogni anno in Italia vengono commessi circa 600 delitti, dei quali circa la metà resta irrisolto. I crimini irrisolti, oltre che a creare un forte disagio sociale, contribuiscono a dare l’immagine di un paese inaffidabile nelle sue istituzioni e nella volontà di perseguire seriamente i criminali che li commettono. Viene quindi costituita all’interno del Corpo di Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri l’Unità Crimini Oscuri con i compiti e le attribuzioni di seguito elencati.
·         Tutti i delitti irrisolti da più di un anno dal momento della loro commissione o della loro scoperta, siano essi casi ancora aperti, archiviati o in procinto di esserlo, diventano di competenza dell’Unità Crimini Oscuri che avrà il compito di procedere al riesame delle prove tramite l’ausilio di tutte le più moderne tecnologie e tecniche forensi, e al riesame delle evidenze testimoniali al fine di arrestare i colpevoli ed assicurarli alla giustizia.
·         L’Unità Crimini Oscuri ha competenza su tutto il territorio nazionale, ed agisce in concerto ma indipendentemente dalle forze di Polizia competenti sul territorio;
·         L’Unità agisce autonomamente e a propria discrezione ove ricorrano i requisiti e le oggettive possibilità di riaprire un vecchio caso di omicidio al fine di risolverlo;
·         L’Unità non è competente per i crimini particolarmente odiosi sino a quando questi non siano stati archiviati senza che siano stati identificati i colpevoli;
DISPOSIZIONI URGENTI IN TEMA  DI  PROTEZIONE CIVILE – COSTITUZIONE DELLA BRIGATA DELL’ESERCITO DENOMINATA “GENIO COSTRUTTORI”
Considerata l’insufficiente efficacia dei provvedimenti presi a favore di quelle popolazioni colpite da eventi sismici, idrogeologici, o climatici di eccezionale entità, vengono presi i seguenti provvedimenti in materia di protezione civile.
·         Presso l’esercito italiano viene costituita una nuova brigata multiruolo denominata “Genio Costruttori” con lo specifico compito di intervenire al seguito della Protezione Civile Nazionale in seguito ad eventi che abbiano colpito la popolazione civile sul territorio nazionale;
·         Compito specifico della Brigata Costruttori sarà non soltanto quello di rimuovere le macerie e di mettere in sicurezza i manufatti colpiti da eventi eccezionali, ma anche e soprattutto di intervenire rapidamente e pesantemente nell’opera di ripristino e di ricostruzione sia delle comunicazioni, sia delle linee elettriche, sia delle strade e autostrade, sia delle condotte dell’acqua potabile e fognarie, sia degli edifici pubblici e di quelli adibiti a civile abitazione, sia delle fabbriche e delle aziende coinvolte nell’evento;
·         All’interno della Brigata opererà sia personale in servizio permanente effettivo, sia personale proveniente dalle forze in congedo, dalle forze di complemento e da quelle di completamento, secondo le specifiche esigenze causate dall’evento;
·         Ove ciò non fosse sufficiente potrà essere precettato e chiamato in servizio chiunque possieda la professionalità specifica necessaria per l’attuazione del piano di ricostruzione;
·         Il tempo di richiamo in servizio non potrà eccedere quello necessario alla risoluzione dell’evento;
·         I fondi governativi destinati alle zone colpite da eventi eccezionali potranno essere spesi dalla brigata costruttori (tramite il Corpo di Commissariato Militare) per l’acquisto di tutti i materiali edili o di altro genere, e dei macchinari eventualmente necessari per il ripristino delle aree colpite;
·         Ove casi di forza maggiore lo richiedano, è facoltà del Comandante la Brigata di requisite tutti i mezzi che necessitino per la messa in sicurezza delle zone colpite e della popolazione civile;
·         Il genio costruttori è costituito come corpo non combattente e pertanto possono trovare posto al suo interno anche gli obbiettori di coscienza;
·         La sede del Genio Costruttori sarà costituita presso una delle caserme dismesse con un area sufficiente ad ospitare tutto il personale, i materiali, i macchinari e tutto quello che si riterrà necessario per l’attuazione dei compiti affidatigli;
·         L’opera di ricostruzione del Genio Costruttori sarà sempre e comunque a titolo gratuito ed interamente finanziata con fondi specifici attribuiti di volta in volta al ministero della difesa;
D.D.L. –      Modifiche in tema di diritto societario pubblico e privato, ed al regime delle imprese. Nuove norme per la quotazione in borsa
Poiché l’attuale struttura del diritto societario appare in parte obsoleta e superata dalle esigenze attuali, vengono introdotte le seguenti modifiche al diritto societario pubblico e privato:
  • Vengono reintrodotti i reati di falso in bilancio e di false comunicazioni sociali. La pena per entrambi i casi non potrà essere inferiore ai cinque anni di reclusione e potrà arrivare a quindici anni;
  • Vengono unificati i reati di corruzione e concussione, unitamente al reato di traffico di influenze illecite. La pena per tutti i casi non potrà essere inferiore ai cinque anni di reclusione e potrà arrivare a quindici anni;
  • Vengono unificati i reati di Insider Trading e Aggiotaggio. La pena per tutti i casi non potrà essere inferiore ai cinque anni di reclusione e potrà arrivare a quindici anni;
  • Viene abolita la fiigura della S.a.p.A. (Società in accomandita per Azioni). Tutte le Società così costituite dovranno essere convertite in Società per Azioni entro il termine improrogabile di 90 giorni;
  • L’evasione fiscale diventa reato penale punibile con l’arresto immediato e la reclusione da cinque a quindici anni ove riguardi importi accertati superiori al milione di euro, da 1 a cinque anni per importi superiori ai centomila euro ed inferiori al milione, da sei mesi ad un anno per gli importi superiori ai cinquantamila euro ed inferiori ai centomila. Comporta una sanzione pari al 30% delle imposte evase sia per gli importi inferiori ai cinquantamila euro, che per tutti gli altri casi;
  • L’illecita detenzione di capitali all’estero frutto di evasione fiscale o di attività illecite è punita con il sequestro del 100% delle somme accertate, fato salvo il caso che il fatto non costituisca più grave reato;
  • Vengono sciolti i consigli di amministrazione di TUTTE le società pubbliche variamente possedute o partecipate dallo Stato o dai suoi Enti. Al loro posto verrà nominato in base a criteri di competenza e assolutamente non politici, un amministratore UNICO che, riassumendo in sé i poteri di Presidente e Amministratore Delegato, dovrà gestire al meglio quanto affidatogli. Viene esclusa a priori la possibilità sia per le società pubbliche, che per quelle private di far parte di più consigli di amministrazione o di essere amministratori di più società, con la sola eccezione dell’Amministratore di una holding che amministri anche le controllate; è consentito ai liberi professionisti di essere sindaci o revisori dei conti in più società;
  • Viene posto il divieto assoluto di introduzione e/o applicazione di leggi basate o aventi per oggetto la “Tobin Tax” sulle transazioni finanziarie
  • Vengono abolite le tariffe minime per tutti gli ordini professionali. Il professionista di qualsiasi tipo al quale si rivolga un privato od un’azienda ha l’obbligo di emettere un regolare preventivo che sia vincolante in relazione alla prestazione professionale svolta;
  • Viene introdotto il divieto assoluto di anatocismo bancario, finanziario e/o fiscale. I casi accertati di anatocismo saranno considerati usura e puniti in base alle leggi anti-usura vigenti;
  • I tassi di interesse passivi applicati ai debiti fiscali o finanziari non potranno eccedere in nessun caso il differenziale di quattro punti rispetto al tasso di interesse  massimo fissato dalla Banca D’Italia. Tassi superiori saranno considerati usurari e puniti in base alle leggi anti-usura vigenti;
  • Le carte di credito “Revolving” vengono esplicitamente proibite. Quelle esistenti vanno cancellate e gli eventuali importi a debito esistenti al momento dell’entrata in vigore, restituiti in base ad un piano di rientro e con interessi non superiori al tasso massimo applicabile in base alle vigenti leggi anti usura;
  • Tutte le società con un fatturato pari o superiore al miliardo di euro all’anno sono obbligate a costituirsi in Società per Azioni, e a quotare presso la Borsa Valori di Milano una parte non inferiore al 20% del proprio capitale sociale;
  • Tutte le società private quotate in Borsa, o con un fatturato annuale superiore ai venti milioni di euro hanno l’obbligo di nominare all’interno del proprio Consiglio di Amministrazione un rappresentante sindacale dei lavoratori scelto a turno tra i rappresentanti dei quattro sindacati maggiormente rappresentativi all’interno dell’azienda;
  • Viene proibito qualsiasi tipo di incrocio azionario tra banche e assicurazioni e viene sancita l’assoluta incompatibilità di offerta di prodotti assicurativi da parte di società aventi come ragione sociale l’esercizio dell’attività bancaria e/o finanziaria e di prodotti finanziari da parte di società aventi come ragione sociale l’esercizio di attività assicurativa;
  • Stante l’attuale stretta creditizia e le gravi difficoltà riscontrate dalle piccole e medie imprese per l’accesso a linee di credito in molti casi necessarie per la sopravvivenza delle imprese stesse, viene consentito, in via del tutto eccezionale e solo sino al termine della presente congiuntura finanziaria sfavorevole, all’Agenzia delle Uscite di erogare prestiti a sostegno delle piccole e medie imprese, ove queste presentino un piano di ristrutturazione dei propri debiti e di rilancio della propria attività che ne consenta il ritorno agli utili entro al massimo due esercizi fiscali;
  • Per gli stessi motivi di cui al punto precedente viene data facoltà all’Agenzia delle Uscite di concedere mutui per l’acquisto della prima casa o per immobili ad uso commerciale al massimo trentennali, ai privati ed alle aziende per un importo massimo per singola erogazione di € 350.000,00 (trecentocinquantamila) pari al 100% del valore dell’immobile mutuato, al tasso fisso ed invariabile del 4% per tutta la durata del mutuo;

Legge di riforma della R.A.I. Radiotelevisione Italiana S.p.A.
Per prima cosa viene disdetta la convenzione di servizio pubblico vigente tra la RAI e lo Stato Italiano. Sarà quotato presso la borsa valori di Milano il 20% del capitale sociale della capogruppo. Il Consiglio di Amministrazione viene sciolto, e vengono congedati anche l’amministratore Delegato ed il Presidente della capogruppo e delle controllate. Sono sciolti anche i consigli di amministrazione delle controllate e viene stabilita la fusione per incorporazione di tutte le controllate nella capogruppo RAI S.p.A. Viene pertanto nominato in base a criteri di competenza, di curriculum ed in base al progetto industriale presentato, un Amministratore Unico con i seguenti compiti:
  • La RAI cessa di trasmettere in chiaro tutti i canali ad eccezione per Primo canale TV. Tutti i canali dovranno essere criptati e trasmessi ai soli abbonati tramite l’utilizzo di apposita smart card abilitata, ovvero tramite l’abilitazione delle Smart card delle pay tv satellitari o digitali che stipulino apposita convenzione;
  • Per la visione del solo primo canale non può essere richiesto alcun canone d’abbonamento. Il canone d’abbonamento per i canali in pay per view sarà fissato annualmente con apposito decreto promulgato dal Consiglio dei Ministri;
  • Il primo canale non potrà trasmettere pubblicità e sarà dedicato all’informazione giornalistica, politica e di approfondimento;
  • Tutti i canali del bouquet RAI dovranno essere trasmessi obbligatoriamente anche via satellite;
  • La RAI offrirà a tutte le televisioni presenti sul digitale terrestre, i propri servizi a pagamento di carrier satellitare del segnale già trasmesso sul digitale terrestre;
  • La RAI si impegna a convertire e a trasmettere in formato HD tutti i suoi canali nel più breve tempo possibile;
  • La Lega Calcio provvederà a vendere a RAI S.p.A. i diritti televisivi di tutti gli incontri di serie A e B ad un prezzo non superiore ed alle stesse condizioni praticate alla concorrenza. Contemporaneamente RAI S:p.A. si impegna a fornire ai propri abbonati ed in P.P.V. la visione di TUTTI gli incontri calcistici ad un canone che sia concorrenziale rispetto all’offerta degli altri operatori;
  • Tutti i contenuti dei canali RAI, siano essi generalisti o tematici saranno discussi e concordati dall’Amministratore Unico di RAI S.p.A. con il Ministro pro tempore dello Sviluppo Economico e con la Presidenza del Consiglio, che si riuniranno mensilmente per fare il punto della situazione e per le apposite delibere di sostegno all’attività di RAI S.p.A., udito il parere delle commissioni di vigilanza di Camera e Senato;
  • Non appena RAI S.p.A. avrà ripianato i propri debiti e raggiunto l’utile d’esercizio, verrà formulata apposita Offerta Pubblica di Vendita (O.P.V.) per la maggioranza delle quote azionarie ancora detenute dallo Stato sino al 100% del capitale sociale.

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Conclusioni

Il presente documento tocca molti temi caldi e di attualità, ma non ne affronta altri come l’incandidabilità dei pregiudicati o dei personaggi variamente condannati, il conflitto di interessi, la politica estera nazionale, la riforma dei servizi segreti, la riforma di tutto l’apparato militare, la riforma dei regolamenti della Camera e del Senato, la riforma dei quattro codici, la riforma sanitaria, la riforma agraria, il piano nazionale delle telecomunicazioni, la banda larga e l’accesso a internet garantito ovunque sul territorio nazionale,l’istituzione di appositi collegi giudicanti al fine di smaltire tutto l’arretrato della giustizia civile e penale, la nuova legge elettorale, i tetti massimi degli stipendi dei dirigenti pubblici, la riforma delle competenze e attribuzioni della Corte dei Conti, i provvedimenti urgenti per il trattamento ecologico delle acque e dei rifiuti, la produzione di energie rinnovabili, la nuova legge sull’immigrazione, ed il piano nazionale del trasporto pubblico e privato.
Questi argomenti, lungi dall’essere stati dimenticati, sono stati valutati leggermente meno impellenti rispetto alla cogente urgenza delle riforme economiche e sociali proposte in questo documento, e saranno comunque trattati in un’ulteriore serie di documenti di prossima pubblicazione.
Un Governo in possesso di una valida maggioranza parlamentare ha ben cinque anni di tempo (e di lavoro vero, non di parole inutili) per attuare tutte le riforme necessarie utilizzando i decreti legge, il voto di fiducia e le leggi delega al Governo.
Sarebbe la prima volta nella storia di questo sciagurato Paese che vedremmo in azione un Governo del Fare, e non un oligarchia asservita alle lobby finanziarie, mafiose e massoniche. Sarebbe la vera Terza Repubblica.
Ricordiamo che i pilastri dello Stato sono quattro:
  1. Giustizia;
  2. Trasporti;
  3. Scuola;
  4. Sanità;
Lo Stato moderno ha come fine il benessere dei suoi cittadini e lo attua attraverso il fornire questi sevizi essenziali per la comunità e per le imprese.
La Difesa ed il Fisco sono settori complementari che, oltre a favorire rispettivamente la tranquillità sociale e lo sviluppo economico, aiutano il Paese nel perseguire i propri fini di benessere generale all’interno dei confini nazionali.
Ma queste riforme sarebbero incomplete se non si facesse una profonda ammenda per i crimini commessi in nome della finanza, del libero mercato e dell’Europa.
Senza un profondo ricambio della classe dirigente con dei giovani motivati e preparati, ma soprattutto ONESTI, e senza un nuovo senso di coesione e di unità nazionale, non ci sono leggi di riforma che tengano.
Troverete che alcune delle proposte fatte sono alquanto drastiche e che possono risultare,  in tutto o in parte, “antidemocratiche”. L’intento con cui sono state formulate è in parte provocatorio al fine di suscitare un ampio dibattito, ed in parte è un segnale forte lanciato ai nostri governanti per fargli capire che è venuto il momento di dire basta, che la gente è sempre più povera e incazzata e adesso vuole giustizia e uscire dal tunnel della miseria indotta dalle politiche totalmente antisociali praticate indistintamente da tutti i governi negli ultimi vent’anni.
Inoltre la degenerazione della vita pubblica ed il proliferare di organizzazioni criminali che agiscono ormai indisturbate condividendo lo stesso territorio con lo Stato Italiano, impongono una svolta che, pur sopprimendo temporaneamente alcuni diritti, consenta il ripristino della legalità ed il controllo del territorio nazionale.
Ai provvedimenti di politica economica ne sono stati uniti altri in materia di crimine e di protezione civile attiva che, solo apparentemente non hanno valenza economica. Un Paese ove non vi siano leggi certe e ove la certezza della pena sia in pratica inesistente, può essere un Paese degno di accogliere gli investimenti stranieri? Sarà valutato come affidabile dalla comunità internazionale? Lascio a voi tutti la risposta.
E' necessario inoltre spendere una parola per quanto proposto a favore del Comune di Lampedusa e Linosa.
In questa terra di confine, volutamente dimenticata dalle istituzioni, si svolge quotidianamente una dura battaglia per strappare vite umane al mare. L’economia ed il turismo di queste Isole bellissime è gravemente compromesso dalla frequenza e dall’entità dei flussi migratori dai quali sono costantemente interessate. Quanto proposto è un provvedimento di civiltà volto ad aiutare gli abitanti di quelle isole che con così grande generosità non hanno mai voluto dimenticare la legge del mare che impone soccorso ai naufraghi. Penso e spero che vi sarà ampia convergenza su questo provvedimento.
E’ inoltre necessario specificare che questo documento non è ne di destra, ne di sinistra, va semplicemente oltre questi concetti, verso un ideale di unità e coesione nazionale per il raggiungimento del benessere comune e del funzionamento della cosa pubblica.
Questo documento viene quindi consegnato alla Rete, suo unico giudice e giuria, nella speranza che il confronto su di esso si dimostri produttivo e portatore di nuove idee che, anche modificandone il contenuto in tutto in parte, riprendano l’ideale di “Servizio di Stato” che ha costantemente ispirato la sua redazione.
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